Avrai notato ultimamente un aumento dei messaggi in Direct da parte di utenti Instagram che ti chiedono o consigliano di seguire un’altra pagina.
Chi sono questi account? Perché lo fanno? Sono account reali?
Si tratta di una evoluzione molto più sofisticata, e costosa, dell’ormai famoso “Follow/Unfollow”.
Ma non voglio crearti confusione, quindi andiamo con ordine!
Vari metodi di crescita tramite bot
Il classico Follow/Unfollow
Il più conosciuto è sicuramente il Follow/Unfollow. Classico metodo conosciuto ai più, in cui l’account che vuole aumentare la propria audience va a seguire un account in target col suo profilo (se fatto “bene”), sapendo che statisticamente una percentuale degli account seguiti andranno a ricambiare il follow.
La dinamica si realizza sia per interesse verso i contenuti dell’account che ha seguito per primo, che per “netiquette” (alcuni utenti ricambiano il follow anche se non interessati come “favore”). E fin qui nulla di nuovo per i più!
Il Mother & Slave – Introduzione
Nell’ultimo anno si sta notando una crescita esponenziale del “metodo Mother & Slave” (abbreviato per comodità in M/S), o anche chiamato “metodo fanpage”.
Ma che cos’è esattamente?
È un metodo di crescita che prevede un account madre (il profilo principale da promuovere) ed un numero variabile di “schiavi” che lo promuovono. Da qui il nome Mother & Slave!
Sta prendendo molto piede perché non va ad incidere sulle statistiche dell’account madre, non rendendolo rilevabile dagli strumenti di analisi, come ad esempio Not Just Analytics. Inoltre a differenza del classico follow/unfollow, il M/S non pone limiti alla scalabilità e quindi alla crescita del profilo.
Come funziona il metodo Mother & Slave
L’account principale (madre): non esegue nessuna azione.
Gli schiavi: possono essere 10, 100, 1000+.
Un account madre può avere un numero “infinito” di account “schiavi”, l’unico limite è il budget a disposizione per la campagna.
Gli account “schiavi” sono spesso creati ad hoc per la campagna.
A livello pratico gli “schiavi” sono profili che repostano contenuti dalla madre e/o altri profili in target oppure postano contenuti facenti parte della stessa nicchia.
Come lavorano gli “schiavi” per il profilo madre
Il metodo più comune prevede che lo “schiavo” vada ad eseguire il follow/unfollow sugli account che rientrano nel target della madre e quando un utente ricambia il follow gli venga inviato un messaggio privato in cui gli si suggerisce di seguire anche l’account principale.
Altri metodi per promuovere la madre prevedono sempre il F/U ma, in sostituzione al DM, taggano solamente la madre nella propria bio.
In ultima battuta, lo “schiavo” può sfruttare le caption dei propri post per taggare il profilo principale, nel tentativo di reindirizzare il traffico su quest’ultimo.
Perché il M/S sta spopolando?
Instagram sta ponendo moltissimi limiti sulle automazioni, ad esempio il blocco sui follow di giugno 2019 che limita le azioni di follow eseguite negli ultimi 30 giorni ad un massimo di 6 mila!
Ma cosa succede se al posto del proprio profilo se ne usano 100 diversi che hanno 0 valore? Le azioni di follow compiute diventano 600 mila e l’account principale può promuoversi senza doversi preoccupare di eventuali blocchi o ban! Che vanno solo a colpire i profili creati appositamente allo scopo e che, in caso vengano bannati, possono essere ricreati in breve tempo.
Chiaramente il tasso di conversione è inferiore rispetto al F/U diretto, ma non essendoci limiti di scalabilità i risultati sono sempre maggiori.
Basti pensare che uno schiavo porta alla madre una media di 1-10 follower al giorno, se vengono operati 100 di questi profili si traduce in una crescita mensile per la madre di 3.000-30.000 follower mensili. Il tutto senza sporcare (ahimè) le statistiche Not Just Analytics dell’account che si sta promuovendo, che di fatto risulterà completamente pulito a prima vista.
Tutto molto bello… dall’altro lato però ci sono gli utenti come me e te che vengono inondati di DM spam che a mio parere sono molto più fastidiosi del F/U.
Per la serie “si stava meglio quando si stava peggio”.
Si stava meglio quando si stava peggio?
A voi l’ultima parola.
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